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Tarassaco

tarassaco

Tarassaco

NOME SCIENTIFICO:
Taraxacum officinalis

FAMIGLIA:
Composite

DESCRIZIONE:
Il tarassaco più che con il suo nome botanico è noto con mille appellativi comuni che ne dimostrano l’enorme diffusione: “dente di leone”, “soffione”, “dente di cane”, “cicoria matta” e “piscialletto” sono alcuni dei nomi in uso nelle varie regioni italiane per indicare questa erbacea perenne rustica, cioè resistente al gelo.
FOGLIE: Le foglie del tarassaco sono oblunghe, glabre, frastagliate cioè con i lobi triangolari dentati simili per forma ai denti del leone, e formano rosette alte anche una trentina di centimetri. Sono assai ricche di vitamine e sali minerali perciò si raccolgono in primavera, quando sono tenere, e si mangiano crude, mischiandole all’insalata.
FIORI: I fiori gialli, dal colore molto deciso, sono solitari, eretti su lunghi steli e appaiono tra aprile e ottobre. Se il tempo è cupo, quando viene sera e se vengono recisi e posti in un vaso questi fiori si chiudono. Al termine della fioritura avviene la loro trasformazione in quello che comunemente è detto “soffione”, cioè la sfera lanuginosa tipica di questa pianta erbacea, i cui acheni disperdendosi facilmente al vento consentono la diffusione dei semi.
FRUTTI: In autunno giungono a maturazione le piccole bacche lucenti dette botanicamente drupe, di color nero-violaceo, dal sapore acidulo, riunite in grappoli, e molto ricche di vitamina C. HABITAT: Il ginepro è pianta comune nei luoghi incolti situati presso il mare come in montagna, ove cresce numeroso nella zona del faggio, del castagno e delle querce.

HABITAT:
Questa perenne è molto diffusa nei campi e nei prati di tutta l’Italia.

COLTIVAZIONE:
ESPOSIZIONE: Il tarassaco non ha grandi esigenze in fatto di esposizione e cresce bene al sole come a mezz’ombra.
RIPRODUZIONE: La propagazione del tarassaco avviene di norma spontaneamente.
CRESCITA: Questa erba non potrebbe avere l’enorme diffusione che ha se fosse una pianta esigente, teme solo i luoghi troppo umidi, ma per il resto le basta poco per prosperare, e spesso diventa addirittura un’infestante.
RACCOLTA:Le foglie si raccolgono preferibilmente prima della fioritura, per le radici i periodi migliori per la raccolta sono la primavera o l’autunno avanzato. Gli steli vanno raccolti durante la fioritura.
CONSERVAZIONE: Le radici per venir essiccate più velocemente vanno divise nel senso della lunghezza.

PROPRIETA':
IN CUCINA: Le foglie possono venire raccolte tutto l’anno e, sia fresche che lessate esercitano una benefica azione depurativa. Il risotto al tarassaco (mezzo chilo di foglie per quattro persone) si prepara come qualunque riso alle verdure. I boccioli non ancora schiusi posti sotto aceto si possono usare al posto dei capperi; la radice tostata in forno poi macinata fornisce un benefico surrogato del caffè.
BELLEZZA: Il decotto di radici, ottenuto ponendo a bollire per dieci minuti 40 grammi di radici in un litro d’acqua, esercita sulla pelle un’azione tonificante e lenitiva.
SALUTE: Per chi ha problemi di costipazione intestinale o di foruncoli derivati dal lento funzionamento del fegato l’infuso di tarassaco, preparato mettendo a bollire un cucchiaio di radice in una tazza d’acqua, costituisce un ottimo rimedio. Esso è anche un buon diuretico.
Chi si sente sempre stanco dovrebbe provare a seguire per una quindicina di giorni la cura degli steli di tarassaco: si colgono steli fioriti, si lavano poi si stacca il fiore e si mastica lentamente lo stelo che È amarognolo croccante e succoso come un’insalata. Da cinque a dieci steli al giorno, presi per una quindicina di giorni, svolgono una benefica funzione depurativa, rigenerano l’organismo e danno nuovo vigore.

CURIOSITA':
Già nel 1500 le virtù depurative del tarassaco erano conosciute ed apprezzate, a quei tempi addirittura si riteneva che indossando una collana formata da pezzi di radici di quest’erba si acquisisse maggiore serenità e migliorassero i rapporti sociali.